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Quando si dice Sauternes,cioè il vino bordolese, che contende al  Tokaij ungherese e ai grandi Auslese della Mosella il primato di miglior vino dolce del mondo,  l’immaginario collettivo pensa subito al suo (per ora unico) Premier cru supérieur, Château d’Yquem. Lasciamo perdere, per ora, che il Sauternes (per la maggior parte Sémillon, intorno al 75-90%, e Sauvignon blanc attorno al 20%) non è propriamente un vino dolce, certo non lo è smaccatamente, e non è neppure il solo bianco dolce/non dolce francese di  eccezionale qualità (che dire di certi Vouvray moelleux da favola, nella Loira, oppure di alcuni Jurançon?) . Bisogna peraltro aggiungere che questo tipo di vini non accetta la mediocrità, diventando altrimenti stucchevole e talvolta pungente. Il fatto è che Yquem, certo inarrivabile nelle grandi annate in cui la botrytis  firma i suoi capolavori, non è il solo grande Sauternes e non sempre, in tutte le vendemmie, il migliore, per quanto la sua regolarità sia notevolissima. Climens, ad esempio, in certe annate è davvero il vino di riferimento, e  si colloca comunque sempre su livelli elevatissimi di qualità, anche nelle annate magre, che pure ci sono state (per es. il 1999 e il 2004, in cui persino il grande Yquem non é sembrato all’altezza della sua fama).Come tutti i Bordeaux bianchi (ad es. i Pessac-Léognan), il Sauternes brilla nelle annate ritenute mediocri per i grandi rossi (si pensi al 2007, che ha dato splendidi risultati nel Sauternais e a Barsac). Barsac (ricordo che è possibile adottare sia la denominazione semplice,Barsac, oppure Sauternes, sia quella doppia  Sauternes-Barsac) dà vini generalmente un po’ più nervosi e freschi, ma molto eleganti. Tra questi ultimi , Climens (100% Sémillon) , un 1er cru considerato il top della denominazione, è affiancato, specie in alcune annate da un grandissimo  Coutet.(75% di Sémillon, 22 di Sauvignon blanc e un 3% di Moscadelle), che ha il non lieve vantaggio di esprimersi generalmente un po’ prima e di costare notevolmente di meno. Fresco e agrumato è un vino di notevole grazia: ne ho riassaggiato le annate 2002 e, qualche giorno fa, il 1998. Già leggendario il primo, ha una leggerezza ed una eleganza degna di una ballerina di Degas. Il tempo lo ha ulteriormente levigato, conferendogli una grazia espressiva straordinaria. Anche il 1998, annata generalmente un po’ meno favorevole nel Sauternais, certo neppure lontanamente paragonabile alla eccezionale vendemmia di quell’anno nel Libournais, è comunque un ottimo Barsac, cui i profumi agrumati, dolci, ma non stucchevoli, di bastoncini d’arancia candita, conferiscono una grande piacevolezza: avrà lunga vita.

Altri Sauternes assaggiati (tutti premier crus, come Climens e Coutet):nell’annata 2003, molto positiva, Guiraud e Suiduiraut.: entrambi notevoli, di grande profondità e lunghezza. Doisy-Daene, un deuxième cru di Barsac, ma di grande personalità, assaggiato in una vendemmia buona, ma non straordinaria (la 2006), ha dato comunque un eccellente risultato, caratterizzato da un grande equilibrio tra dolcezza e finezza (Pubblicato il 17.11.2010).

 

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