Rauzan 1982bisDi colore granato con orlature arancio, il vino appare molto evoluto, ma ancora integro, con profumi terziari di terra umida, fiori essiccati, prugna disidratata, sul palato appare un po’ leggero, forse anche leggermente scomposto: non una grande prova, anche se ancora bevibile. E’ uno Château Rauzan-Ségla , second cru classé di Margaux, del 1982, quasi 40 anni dopo.  La 1982 è unanimemente considerata una delle più grandi annate di Bordeaux prima degli anni duemila, ma non per Rauzan-Ségla, a quel tempo in difficoltà gravissime, dopo una serie di passaggi di proprietà nei quali aveva progressivamente perso la propria identità.

Per due secoli era appartenuta alla stessa famiglia, quella di Pierre Desmesures de Rauzan, nelle cui mani erano anche l’attuale Château Rauzan-Gassies col quale costituiva a quel tempo una sola proprietà (fino al 1766) , e , nella vicina Pauillac , due futuri prestigiosi second cru di quella appellation, lo Ch. Pichon-Baron Longueville e lo Ch. Pichon Comtesse de Lalande, anch’essi una volta facenti parte di una proprietà unica poi suddivisa per successione ereditaria. Lo château apparteneva ancora ai Rauzan al momento del classement napoleonico, allorché poté fregiarsi del riconoscimento di second cru di Margaux. Poi una lunga serie di passaggi, e una decadenza che sembrava ormai inarrestabile, prima di essere definitivamente acquistato, nel 1994, dalla famiglia Wertheimer , proprietaria del marchio Chanel, che l’ha riportata al rango che gli spetta. Ma torniamo al nostro 1982, prelevato con cautela dal comparto dei Bordeaux più vecchi della mia cantina avendo constatato lo stato molto sofferto dell’etichetta. “Il vino sarà forse ancora buono, ma fra un po’ non saprò più che cosa avrò messo nel bicchiere” avevo pensato. E così eccolo qua, stappato con qualche difficoltà, ma col sughero ancora intero e 38 anni sul groppone. A questa età si giudica la bottiglia, non l’annata: che la 1982 sia la sola annata degli anni ’80 di Bordeaux, insieme alla 1985 e alla 1989, a cui Steven Spurrier riconosce il massimo delle cinque stelle, e una delle migliori di sempre, con 1945, 1961 e 1990, vuol dire ben poco in questo momento. Broadbent la considerava una pietra miliare: ‘A milestone: the combination of richness and perceived quality matched the economic climate. It was the first really important and well-timed vin de garde since 1970”. Ma la situazione di Rauzan-Ségla, in quel momento, come si è detto, era purtroppo distante anni-luce da quella dei tempi del classement del 1855, e altrettanti da quella a cui l’ha restituita la paziente opera di John Kolasa, chiamato dalla proprietà a dirigerlo , insieme con l’altro possedimento di famiglia, lo Château Canon, a Saint-Émilion. Allora Rauzan-Ségla era ancora posseduto dagli Holt, che l’avevano acquistato nel 1960 affidandolo in gestione al noto négociant Eschnauer, che ne consolidò la discesa verso la mediocrità. Le cose cominciarono a migliorare un po’ solo dall’anno successivo, quando gli Holt cambiarono manager: Jacques Théo rinnovò cuverie e chai, che erano in condizioni pietose, e si avvalse della consulenza del grande Peynaud.

Rauzan 1982AParker stroncò decisamente quell’82, assegnandogli solo 86/100 nel 1995 (lo trattò un po’ meglio Wine Spectator, con 89 punti) e consigliando di berlo al massimo entro 2-3 anni , mentre valutò molto più generosamente le annate successive: attribuì infatti 91/100 alla 1983, annata considerata decisamente peggiore in tutto il Médoc (solo 3 stelle per Spurrier), e ben 96 alla 1986, la sua preferita degli anni ‘80. Bevuto assai più giovane, alla fine degli anni ’80, il vino dell’82 non mi era dispiaciuto, pur senza impressionarmi particolarmente. Non ho purtroppo ritrovato i miei appunti di allora e quasi quarant’anni sono troppi anche per la mia memoria. Le condizioni climatiche di quell’anno nel Médoc erano state vicine a quelle ritenute ideali dai viticultori. Durante la fioritura il clima si era mantenuto temperato, secco e ben soleggiato, e anche l’estate era stata calda e soleggiata, a parte un leggero raffrescamento in agosto, a cui seguirono almeno altre tre settimane di tempo magnifico. Ci sarebbero state dunque tutte le premesse per un grande risultato, ma le condizioni delle vigne e della cantina semplicemente non erano all’altezza.

Lo Château Rauzan Ségla si trova infatti in splendida posizione nell’area più qualitativa dell’appellation, quella centrale, di Margaux-Cantenac, e precisamente nella sezione sudoccidentale del territorio comunale di Margaux, sul lato sinistro della route dipartimentale 2, opposto a quello dove sono situati Palmer e, più vicino all’estuario, Issan. Il comune di Margaux si trova leggermente in basso, in una piccola depressione, quasi una conca, sormontata da una serie di croupes tra i 15 e i 18 metri di altitudine. Lo Château Margaux (nelle immediate vicinanze sono diversi altri châteaux di rango, come Lascombes, Durfort-Vivens e Malescot-St. Exupéry) è appena più a nord, in direzione di Soussans: il distretto meno interessante dell’appellation, che si sviluppa nel settore occidentale. A sud di Margaux, invece , nel terroir di Cantenac , sono alcuni ottimi cru (un altro second, Brane-Cantenac, e alcuni 3ème, come Cantenac-Brown, Boyd-Cantenac e Kirwan ), mentre, ancora più a sud, nel distretto di Labarde, è Giscours , un eccellente troisième cru. L’AOC Margaux è il regno delle graves quaternarie della Garonne del Médoc meridionale: di taglia media, non raggiungono le dimensioni di quelle di Latour , Ducru-Beaucaillou o Montrose, ma vi si trovano in una proporzione molto importante. I suoli dello Château Rauzan-Ségla consistono attualmente in 72 ettari , la metà dei quali all’incirca situati nella prossimità dello Château, il resto (alcune parcelle sono confinanti con lo Château Margaux e altre con lo Château Brane-Cantenac), si trova nel terroir di Cantenac. Le vigne sono per il 60% cabernet sauvignon, il 30% merlot, il 7% cabernet franc e il 3 petit verdot, piantate a una densità di 10.000 ceppi per ettaro (l’età media è di 35 anni).

Come si è certo compreso , il 1982 è una pietra miliare anche per lo Château Rauzan-Ségla, sia pure in un senso diverso da quello che intendeva Broadbent: non il migliore degli anni ’80 e uno dei quattro più grandi del vecchio millennio, ma quello della sua rinascita. Cominciata già con la vendemmia successiva, quella del 1983, la più felice con 1986 e 1990, con l’arrivo del nuovo management e della consulenza di Peynaud, ma diventata più solida e rapida dopo il 1994, con il passaggio al nuovo proprietario e l’arrivo di John Kolasa. La famiglia Wertheimer assicurò finalmente quegli investimenti che fino ad allora erano mancati per rinnovare le vigne e le strutture ormai obsolete di Rauzan-Ségla. Al restauro dello château nel 1996, affidato all’architetto Peter Marino, lo stesso che aveva progettato il palazzo di Chanel a Tokyo, corrisposero interventi altrettanto radicali nelle vigne e nella loro conduzione (a partire dall’abolizione della vendemmia meccanica, all’ adozione di un approccio sempre più organic con l’introduzione dei cavalli tra i filari), e naturalmente nelle cantine. Innovazioni importanti furono apportati soprattutto nella cuverie, con i nuovi vasi vinari in acciaio, 35 di grandezza variabile, da 41 a 220 hl. , per poter gestire la vinificazione separata per parcella. I risultati si sono visti. Dopo il lento, ma sicuro miglioramento negli anni ’90, nel nuovo millennio i vini dello Château hanno raggiunto un livello qualitativo elevatissimo, che li pongono nuovamente nell’aristocrazia del Médoc. Austeri e tannici da giovani, non brillano mai in occasione dei primeurs, per uscire allo scoperto nel corso degli anni, mostrando una eleganza e una finezza di dettaglio notevoli. Specialmente a partire dal 2009, anno in cui la proprietà fece disegnare l’etichetta a Karl Lagerfeld (un’immagine stilizzata dello Château), Rauzan-Ségla non ha sbagliato una sola annata, risultando sempre tra i migliori di Margaux. Dal 2014 Kolasa ha lasciato il suo incarico a Nicolas Audebert, già a Cheval des Andes, ma il trend ascendente continua.

Dal 1995 è prodotto anche un secondo vino, denominato Ségla. Il costo di una bottiglia del grand vin oscilla , secondo vendemmia, tra i 120 e i 200 euro (quello del 2015, 238 euro; 135 euro una bottiglia di 2016 da MIllésima). Ségla 2016, 35-40 euro.

Chateau Rauzan-Ségla, rue Alexis Millardet, 33460 Margaux, www.chateaurauzansegla.com