Non mi capita spesso di assaggiare dei cabernet californiani, ed è stata davvero una bella sorpresa questa vecchia bottiglia di Santa Cruz Mountains, seconda etichetta del Montebello di Ridge Vineyard, del 1996. Colore granato senza cedimenti aranciati, all’olfatto è intenso, con frutti scuri, moka, terra umida, note pepate , sul palato è ancora sorprendentemente giovane, ha densità e struttura senza rudezze , speziatura fine, tannini ben risolti .
Prodotto per la prima volta nel 1978 per essere apprezzato più presto della mitica cuvée Montebello, poi sostituito, dal 2008, dall’Estate Cabernet Sauvignon, il vino ha evidenziato un’eccellente, quanto sorprendente, a 24 anni dalla vendemmia, capacità di invecchiamento. Ma, del resto, si sa che i cabernet di Montebello abbiano una notevole propensione all’aging: non è infatti certo un caso che, nel 2006, in occasione della riedizione della storica sfida del Paris Judgement, il Montebello 1971 (quinto fra i rossi nell’edizione del 1976) si prese la soddisfazione di battere nuovamente i Premiers Crus di Bordeaux e mettere in fila tutti gli altri vini americani. Quella del 1996 era stata, peraltro, una vendemmia, tutt’altro che facile per i vignaioli di quella zona. Quell’anno vi fu una serie di temporali piuttosto intensi tra la fine della stagione invernale e l’inizio della primavera e un paio di essi scaricò oltre venti centimetri di pioggia. A queste perturbazioni seguì un periodo di gran caldo tra aprile e maggio che spinse la fioritura. Fu allora che un altro temporale molto violento e inatteso scombinò di nuovo i giochi, danneggiando fortemente le viti e causando una forte riduzione dei volumi, che toccò il 60% nelle vigne più in basso e il 30% in quelle più alte. Ad esso fece poi seguito un’estate caldissima , con molte giornate con temperature vicine ai 35 gradi e talvolta oltre, che facilitarono una rapida maturazione zuccherina delle uve, tanto che la raccolta dovette essere anticipata di almeno una settimana . A Montebello gli impianti di cabernet si trovano in altitudine, a tre diversi livelli. Quello inferiore si trova tra i 425 e 610 metri sul livello del mare: fu da questa vigna che Ridge produsse nel 1959 il suo primo Montebello: a quel tempo un cabernet in purezza, mentre oggi é un blend a dominanza cabernet. La vigna più alta, dove il Dr. Osea Perrone, un medico italiano di San Francisco, costruì la sua Montebello Winery, tra il 1886 e il 1891, si trova invece tra 760 e 790 metri. Nei secondi anni ’70 e negli anni ’80, il Montebello venne prodotto solo con le uve delle vigne situate più in alto, poi , a partire dagli anni ’90, da tutte e tre le vigne, includendo anche quella situata a quota più bassa. Ognuna di esse comprende una dozzina di parcelle con caratteristiche distinte, che vengono vendemmiate e vinificate separatamente: quelle più adatte a sviluppare vini potenti e longevi sono riservate al Montebello, mentre le altre sono destinate al Santa Cruz Mountains e, oggi, all’Estate Cabernet.
La cuvée che abbiamo assaggiato è composta per l’80% da cabernet sauvignon, l’8% ciascuno da merlot e petit verdot e il restante 4% da cabernet franc. Il blend del Montebello di quell’anno era costituito dalla stessa quantità di cabernet sauvignon e appena un po’di più di merlot (11%) e petit verdot (9%), senza cabernet franc.
Montebello è una delle proprietà più famose di Ridge Vineyards, un’icona del vino californiano, apprezzata anche per i suoi blends di zinfandel di Geyserville e Litton Spring, le sue tenute nella Dry Creek Valley. Si trova nel cuore dell’AVA Santa Cruz Mountains: questa comprende parte della San Mateo County meridionale, la zona nord della Santa Clara County e sezioni della Santa Cruz County. Si tratta della settima AVA californiana, fondata nel 1982: un’area molto vasta, di circa 1.400 Km2 con però appena 1.500 acri (poco più di 600 ettari) di vigne, caratterizzate per la loro altitudine. Le Santa Cruz Mountains furono create milioni di anni fa dalla notevole attività sismica di quell’area, situata sulla cosiddetta faglia di Sant’Andrea: esse comprendono una notevole varietà di suoli e di climi tali da permettere il miracolo di poter produrre vini eccellenti da varietà molto differenti tra loro, come il cabernet, lo chardonnay (quello, straordinariamente longevo, di Mount Eden Vineyards) e il pinot noir (ad es. quello, fine e minerale, di Rhys Vineyards, ben diverso dagli opulenti pinot californiani). I 108 acri di Montebello (44 ettari circa) sono caratterizzati da un clima più fresco del resto della California: l’ altitudine consente loro di avere notti più fresche e giornate più calde che a Bordeaux. Acidità e maturazioni non rappresentano per loro un problema, così come le gradazioni alcoliche, che si sono mantenute intorno ai 13°5 anche quando, alla metà degli anni ’90, i gradi di alcol hanno cominciato inesorabilmente a crescere nei vini della California, raggiungendo i 15°. A Montebello le vigne sono un misto di vigne vecchie e nuove: ciò che viene ricercato è un buon equilibrio nelle maturazioni e le vendemmie sono effettuate leggermente prima che altrove, per contenere l’accumulo di zuccheri. Paul Draper è stato il mitico winemaker di Ridge fino al 2016, quando , ottantenne, dopo 47 vendemmie , ha lasciato la carica di CEO e winemaker capo, assunta nel 1969, sostituendo David Bennion. Dopo vari passaggi di proprietà tra wine lovers, Montebello era stata acquistata, nel 1959, da Bennion (Draper cita i suoi 1962 e 1964 come le annate che gli fecero percepire la maggiore complessità del cabernet di Montebello), che ne fu anche il primo vinificatore, insieme con altri tre ingegneri della Stanford University, Charles Rosen, Hewitt Crane e Howard Zeidler, che fondarono la Ridge Vineyards. Pur senza ricercare certificazioni, Draper è stato un convinto sostenitore dei metodi di conduzione biologica e di metodi di vinificazione il più possibile naturali ed ecologicamente sostenibili, senza il ricorso manipolazioni spinte, alla ricerca della maggiore trasparenza possibile del terroir. Non amava i vini sovramaturi, muscolari e carichi di alcol, dimostrativamente over-oaked preferiti da altri produttori californiani, ma cercava piuttosto la piacevolezza del frutto e la finezza e l’armonia dei vini, che dovevano restare accessibili ed essere apprezzati accompagnandoli al cibo. Apertamente critico nei confronti del Dipartimento di Viticultura ed Enologia dell’UC di Davis, promotore di approcci più industriali alla vinificazione, Draper è stato uno dei winemaker più vicini allo stile Old World. Di lui si racconta che amasse far confrontare alla cieca un suo Montebello con uno Château Latour, vino che conosceva bene, essendo stato in Francia alla fine degli anni ’60 ed avendo avuto modo di confrontarsi col maitre de chai di Latour.
Ridge Vineyards- Santa Cruz Mountains, 17100 Montebello Road, Cupertino (CA), www.ridgewine.com