Marcato dal Pinot noir della Grande Vallée (il 59% del blend, proveniente dal grand cru Aÿ e dai premiers crus Dizy e Hautvillers), la cuvée 742 di Jacquesson è un extra-brut con 1.5 grammi di dosaggio, ricco, ma dotato di molta grazia, con un naso intenso di pere essiccate, nocciole, infusi d’erbe, fiori bianchi. Ha complessità e un perfetto equilibrio tra acidità e alcol. Ha spuma sottile e molto elegante, è cremoso e suadente sul palato. Un magnifico champagne di assemblage (93/100). Il restante 41% di chardonnay viene dalle parcelle di due grands crus della Côte des Blancs, Avize e Oiry.
Non si tratta di uno champagne millesimato, ma, secondo la tradizione di Jacquesson, l’80% proviene da una sola annata (in questo caso, dalla 2014) e la restante parte da vini di riserva. Nel 2014 l’inverno nella regione fu alquanto piovoso, ma con temperature miti, a cui fecero seguito una primavera calda e soleggiata, un agosto fresco e abbastanza piovoso, e, fortunatamente, un settembre caldo e asciutto. Il lavoro in vigna è organic, le uve di tutte le parcelle sono pressate e fermentate separatamente, la vinificazione avviene in grandi fusti di quercia, e, più recentemente tonneaux. A occuparsi delle vinificazioni è Laurent, mentre Jean-Hervé si occupa dei rapporti con i clienti: i fratelli Chiquet, che acquistarono la proprietà nel 1974, hanno riportato all’antico splendore quella che è stata una delle cantine più antiche (la decima per l’esattezza) della Champagne: era infatti nata nel 1798 a Chalons-sur-Marne, poi acquistata, in pieno declino, da un négociant che la trasferì a Reims. Gli Chiquet l’hanno a loro volta portata a Dizy, premier cru della Grande Vallée, in posizione strategicamente centrale rispetto agli altri crus di proprietà in quella regione, Aÿ e Hautvillers, quest’ultima leggermente più spostata verso Épernay. Gli Champagne dei fratelli Chiquet (da non confondersi con quelli della omonima Maison Gaston Chiquet, comunque parenti) sono in costante ascesa qualitativa già da alcuni anni, mostrando una marcia in più a partire dalla serie 740 e fanno oggi giustamente parte dell’élite delle grandi Maison della regione. Forte di alcune parcelle di proprietà in siti altamente vocati (i grands crus Aÿ, Avize e Oiry e i Premiers crus Dizy e Hautvillers) , acquistano pochissima uva e solo dalle proprietà confinanti. Le cuvées “non vintage” di Jacquesson sono di livello altissimo, rispondendo alla filosofia dei fratelli Chiquet di produrre ogni anno “il miglior champagne possibile”: in grandissima maggioranza provenienti da singoli millesimi, le loro cuvée “sans année” fanno un ricorso limitato, ma molto sapiente, a vini di riserva, perfezionando, ma non alterando il profilo dell’annata. Con le cuvée già menzionate, è oggi sul mercato anche la 738 DT, sboccata cioè dopo una permanenza di oltre otto anni dalla vendemmia (la 2010): in quest’ultimo caso è lo chardonnay a prevalere, e con un dosaggio ancora inferiore (0.75 g.), una cuvée più austera, a cui i quattro anni in più di affinamento sui lieviti, con tiraggio con il sughero, appaiono aver apportato grande beneficio.
Naturalmente anche i tre crus “single vineyard” prodotti da Jacquesson- Vauzelle Terme e i due blanc de blancs Corne Bautray e Champ Cain- sono formidabili: oggi, accanto alle versioni della calda annata 2009, sono ancora disponibili le cuvées del 2008-grande millesimo nella Champagne- attualmente in grandissimo spolvero. Meritano davvero il sacrificio di alcune decine di euro in più. La Grande Vallée è un grande terroir di pinot noir, che, da solo, ricopre all’incirca i due terzi dell’intera superficie di circa 1.800 ettari. La parcella di Vauzelle Terme, nella parte occidentale del villaggio di Aÿ, fu piantata nel 1980, in un sito fortemente gessoso, ma gli Chiquet vi produssero per la prima volta uno champagne single-vineyard solo nel 1996: dà champagnes di grande struttura e ineguagliabile finezza. Confinante con il lato ovest di Aÿ é Dizy: questa, differentemente dalla prima, è caraterizzata da un maggior equilibrio tra chardonnay (che giunge a coprire il 37% della superficie vitata) e pinot noir (40%, a cui si aggiunge il 23% del meunier).Qui i suoli rappresentano una sorta di transizione verso la Valle della Marna propriamente detta, con più argilla e marne, in aggiunta al gesso. Corne Bautray si trova giusto sotto la foresta, è un sito freddo e più esposto al vento. Sembrerebbe poco adatto a piantarvi chardonnay: il sostrato di gesso si trova infatti sotto una spessa striscia di argilla, limo e ghiaia. Ma il padre dei fratelli Chiquet vi piantò ugualmente lo chardonnay, nel 1960, e i fatti gli hanno dato ragione, producendo dei vini da chardonnay di grandissimo e sorprendente carattere, sia pure del tutto atipici, di cui è quasi difficile riconoscere la varietà da cui provengono. La terza cuvée single-vineyard, anch’essa un blanc de blancs, gli Chiquet la producono nella Côte des Blancs, in una parcella, Champ Caïn, situata sul bordo tra Avize e Oiry , a est di Les Chantereines, dove Selosse elabora una delle sue preziose cuvées da vigna singola . Fino al 2002, a questa cuvée concorrevano le uve di due altre parcelle di Avize, La Fosse e Nemery, situate più a sud, la seconda sul versante che si affaccia verso Flamigny, poi gli Chiquet decisero di produrla solo con Champ Caïn, ottenendo una cuvée più elegante.
Una bottiglia di 742 costa all’incirca 60-65 euro. Per la cuvée Corne Bautray 2008 aggiungete 100-120 euro. Champ Caïn costa intorno ai 200 euro la bottiglia, per il il blanc de noirs Vauzelle-Terme ne occorre una decina in più.
Champagne Jacquesson et Fils, 68 rue du Colonel Fabien, 51318 Dizy, www.champagnejacquesson.com