JavernièresIl successo ottenuto dal Beaujolais nouveau nei decenni passati, nonostante la notorietà e gli elevati ricavi prodotti, alla lunga non ha certo giovato alla denominazione e alla sua immagine, offuscata dalla speculazione e dall’ avidità dei négociants più spregiudicati. Per molti (troppi) anni i vini di questa splendida regione, incernierata tra la Borgogna meridionale e il lionese, sono stati considerati con fastidio dai bevitori più avvertiti, dei semplici  vini da pichet da bere al più in un fumoso bistrot cinematografico.

Negli ultimi anni, però, uno stuolo di giovani coraggiosi e di ostinati vieillards finora tenuti ai margini, hanno lentamente, ma progressivamente, recuperato il terreno perduto. Complici anche alcune annate molto positive, nonostante qualche infortunio stagionale in alcune  sue sottozone, la fama del Beaujolais ha ripreso vigore. E anche i prezzi, che sono  tuttora abbastanza moderati, confrontati con quelli della vicina Borgogna, ma meno umilianti di quelli di qualche anno fa, quando anche i vini migliori facevano fatica a spuntare  10 euro alla bottiglia. I Beaujolais di buon livello sono ormai numerosi e di assoluto rispetto, specie quelli dei suoi crus migliori, che molti vignerons propongono  sempre più frequentemente in selezioni parcellari.

Tra i produttori migliori della regione è il Domaine Louis Claude Desvignes di Villié-Morgon, situato in una delle zone più vocate del Beaujolais, quella di Morgon.  Con i suoi 1.101 ettari, Morgon è la seconda appellation per ampiezza  dopo quella di Brouilly. Situata quasi al centro del Beaujolais, è interamente collocata nel territorio del Dipartimento del Rodano: diversamente dalle denominazioni più settentrionali, come St. Amour, il cui comune di produzione è compreso interamente nel Dipartimento di Saône-et-Loire, in perfetta continuità con il Mâconnais, e Juliénas, Chénas, e Moulin-à-vent che sono a cavallo dei due Dipartimenti. E’ in questo territorio che,  seguendo gli insegnamenti dell’enologo Jules Chauvet, nacque la cosiddetta “banda dei quattro” o “banda Lapierre”, dal nome del loro capofila, pionieri del movimento dei vini naturali. Con i suoi 400 vinificatori, che rappresentano il 40% delle vendite dirette di Beaujolais, Morgon è stata anche un baluardo della vitivinicoltura artigianale di contro allo strapotere di quella industriale.

Dai suoli tipicamente di granito rosa di Fleurie, ricoperto da strati arenosi localmente denominati “roche pourrie”, Morgon comprende sei climats, derivanti dal raggruppamento di diversi lieux-dits. Sul versante settentrionale a est è Duby, che guarda alla vicina Fleurie: dà vini corposi che tendono a invecchiare bene. Sul lato opposto è Corcelette, a 300-400 m. di altitudine, dai suoli di puro granito. Al centro dell’appellation, sono altri tre climats, il più famoso dei quali è Côte du Py , dalla collina omonima culminante a 358 m. sul l.m., al centro dell’hameau di Haut-Morgon. I suoi suoli sono di origine vulcanica-eruttiva , differentemente da quelli dei climats settentrionali, a predominanza basica: frammenti di basalto di colore verdastro, localmente conosciuti come “pierres bleus”. Da questo climat  vengono i Morgon più fini, dallo splendido frutto, e molto adatti a un prolungato invecchiamento. Côte du Py confina da un lato con Les Micouds, il climat più piccolo di Morgon, rivolto a est, che dà vini che maturano prima, dotati di buona finezza e tannini morbidi, e dall’altro con Les Charmes, rivolto a SE, a 300-450 m. di altitudine, dai suoli di arene granitiche, da cui provengono vini rotondi e piacevoli. Infine  è Les Grands Cras, 260 m. di altitudine media, situato sul lato sud-sudest della Côte du Py. Poi c’è Javernières: in effetti Javernières è uno dei lieux-dits che costituiscono la Côte du Py, e in particolare quella sudorientale , in direzione de Les Grands Cras. Javernières ha però una sua identità distintiva, e non è certo a caso che molti  vignerons, tra cui i Desvignes, che in questo micro-climat posseggono 5 (ai quali se ne aggiungeranno presto altri due) dei loro 11 ettari di proprietà , denominano i loro Morgon “Côte du Py Javernières”. Di fatti , credendo nella sua particolarità e nel suo valore,  sia pure senza successo, negli anni ’60 il padre di Claude-Emmanuelle e Louis-Benoit Desvignes, che attualmente conducono il Domaine familiare, avanzò la richiesta di distinguerlo come climat a sé.

ImpénitentsI due figli di  Louis Claude sono l’ ottava generazione  della famiglia Desvignes, da lunghissimo tempo radicata nel territorio di Morgon : vi è in effetti traccia di un Desvignes, tal Antoine, già nel 1633, anche se la nascita del Domaine attuale è molto più tardiva. Agli inizi degli anni dieci del secolo scorso, Claude-Louis Desvignes, bisnonno degli attuali proprietari, dopo la grande crisi derivata dall’invasione della fillossera, acquistò due parcelle , ora ultracentenarie, essendo rispettivamente state piantate nel 1912 e nel 1914, dalle quali   proviene la  cuvée più prestigiosa del Domaine e forse dell’intera regione, Les Impénitents. Les Impénitents si trovano nella sezione  meridionale del  lieu-dit Javernières. La cuvée che ne porta il nome e che  i Desvignes producono in selezione parcellare, è rarissima e costosissima (supera i 40 euro alla bottiglia, cifra impensabile per un vino del Beaujolais), ma è assai più facilmente reperibile (e a un prezzo  di poco più della metà) l’eccellente Morgon Côte du Py Javernières, che proviene dalle altre parcelle di questo lieu.dit. Il vino dell’annata 2019 (un’ottima annata, nella regione, anche se non pari al “mostruoso” 2015) è ancora leggermente austero, ha bisogno di qualche tempo per aprirsi. Inizialmente quasi

inespressivo al naso, mostra poi note di frutti neri e floreali,  di felce, ed altre più minerali, quasi scistose, di terra umida. Più minerale che fruttato è vino che ha struttura e notevole finezza.

Voute Saint VincentSono molto buoni anche gli altri crus parcellari proposti dai Desvignes. La cuvée d’ingresso è La Voûte Saint Vincent, un Morgon “settentrionale” del climat Douby, praticamente al limite di Fleurie. Da una vigna organic di 60 anni, la Voûte Saint-Vincent offre ciliegia, fragola, petali di rosa al naso, una bocca piacevolmente equilibrata tra frutto, acidità, tannini.  La cuvée proveniente dalle vecchie vigne ad est di Montpélain, da cui prende nome,  ha finezza ed eleganza non comuni. Di gran classe il Cote du Py, nell’élite dei migliori del suo terroir.

Lavoro rigoroso in vigna in regime biologico (la certificazione verrà in corso d’anno), vinificazioni poco intrusive, separate per ciascuna parcella, esclusivamente in vasche di cemento, lunghi affinamenti , i vini dei Desvignes si distinguono per purezza e precisione. Un buon modo di avvicinarsi (o riavvicinarsi)  ai vini del Beaujolais.

Domaine Louis Claude Desvignes, 135, Voûte Saint-Vincent, 69910 Villié- Morgon, www.louis-claude-desvignes.com