Grand Corbin DespagneRiassaggio dopo qualche anno (5 o 6 forse) questo Grand Corbin d’Espagne, Saint-Émilion grand cru, del 2004: un’annata per diversi aspetti perfetta al momento della floraison e della vendemmia, “patchy” -come la definisce Jane Anson-, nei periodi intermedi, generalmente considerata discreta, ma non grande, anche perché oscurata da un immenso 2005.

Ne avevo acquistato tre casse da 12 in occasione di uno dei periodici destockages della mia maison de négoce  di riferimento. Il prezzo era buono e la proprietà era affidabile  e sicuramente in ascesa, dopo un periodo più incerto, specie da quando ne ha assunto il comando François Despagne, settima generazione della famiglia, nel 1996.

L’assaggio è stato una bella sorpresa, e il vino-diversamente da quanto spesso accade- mi ha fatto un’impressione persino migliore degli assaggi, peraltro molto buoni, precedenti. Si tratta sicuramente di un ottimo Saint-Émilion grand cru (classement dal 1955, recuperato nel 2006, dopo averlo perduto in quello del decennio precedente), di quelli che escono fuori col tempo. Colore rubino profondo, al naso offre ciliegie scure confit, note floreali, humus,  sul palato si rivela vigoroso e sottile nello stesso tempo, con una tessitura tannica molto fine , al sorso è decisamente suadente e vellutato, con una vena speziata elegante, di bella lunghezza. Direi 90-91 punti su 100.

Quella del 2004 è, come la proprietà annota orgogliosamente, la 193° vendemmia della famiglia Despagne: Louis Despagne acquistò infatti le sue prime parcelle  a Grand Corbin nel 1812 (nel 2012 essa ha festeggiato i  200 anni da quel primo insediamento),  anche se il nome Despagne fu aggiunto a quello dello Château solo alla fine del sec. XIX. La famiglia Despagne è tra quelle più antiche di Saint-Emilion, e come attestano documenti risalenti al XVII secolo.

Grand Corbin d’Espagne è la più grande delle proprietà del plateau del Grand Corbin a Saint-Émilion,  situato a nord dell’appellation al confine con Pomerol . Negli anni ’50 i  proprietari insistenti su quest’area dovettero scegliere se far parte dell’appellation Saint-Émilion oppure Pomerol, vista la stretta vicinanza dei loro territori. In questo settore ci sono altre proprietà con nomi similari che insistono su di esso, come Grand Corbin e Grand-Corbin Manuel, ma soprattutto , non distante, è lo Cheval Blanc, di cui i Despagne erano stati mezzadri.

La proprietà consiste di 28,8 ettari di vigna,  75% merlot e, attualmente,  24% cabernet franc, e 1% cabernet sauvignon. Del franc (anche in risposta al riscaldamento climatico) è previsto, nei prossimi cinque anni,  l’aumento fino a raggiungere il 30%, a partire dalla selezione massale delle vigne secolari piantate dal nonno di François tra il 1905 e il 1910.

La vigne hanno   una densità d’impianto di 6-8200 ceppi per ettaro e un’età media di 38 anni. Esse sono tutte classificate come grand cru, sia per il grand vin (60% delle uve), prodotto a partire dalle più vecchie, sia per il secondo vino, il  Petit Corbin d’Espagne, prodotto con le uve delle parcelle di età inferiore ai 20 anni. Un terzo vino, lo Château Laporte, meno impegnativo, da bere giovane, proviene dalle vigne di meno di 10 anni.  

In questa zona  i suoli sono prevalentemente argillosi  con sabbie di varie combinazioni, con la cosiddetta “crasse de fer”, ossido di ferro, come ingrediente principale. Tra i primi Châteaux di Saint-Émilion  ad adottare pratiche rispettose dell’ambiente, dal 1996 secondo i principi dell’”agricolture raisonnée et intégrée”, col divieto assoluto dell’impiego di  diserbanti, nel 2004 è stata avviata la conversione al biologico, completata nel  2010,  e dal 2018 un quarto delle sue parcelle è coltivato in biodinamica.  L’attuale titolare, François Despagne, imprenditore di grandi intuizioni e abilissimo vinificatore (suo consulente è il nuovo astro, Thomas Duclos) ha effettuato dal 1998 un’analisi dettagliata dei  diversi suoli della proprietà , giungendo a identificare 53 parcelle distinte per varietà d’uva, portainnesti, età dei ceppi: le uve sono vinificate separatamente e poi assemblate molto precocemente (circa l’80% dopo la malolattica, il completamento  dopo i 18 mesi dalla vendemmia). I risultati sono ben visibili: i vini, specie a partire dal 2010, hanno un’identità sempre più precisa, raggiungendo livelli qualitativi molto elevati: le ultime vendemmie, dal 2015 alla 2020, sono state eccellenti. Nel 2004, prima annata dopo la nuova mappatura delle parcelle in base ai loro suoli, le uve sono state vendemmiate in quattro tri diversi, a partire dal 28 settembre il merlot e la settimana dopo (dal 6 ottobre) il cabernet franc , con una resa media di 41hl.(ha.  la vinificazione , a seconda delle diverse provenienze parcellari, è stata effettuata con diversi piccoli remontages, délestage e pigéage, l’affinamento è stato effettuato per il 45% in barriques nuove e per il resto in barriques di uno e due anni, l’imbottigliamento, 21 mesi dopo la vendemmia, ha dato poco meno di 70.000 bottiglie.

Château Grand Corbin d’Espagne, 33330 Saint-Emilion, www.grand-corbin-despagne.com