Wine Spectator, vol. 47, no.5, July 31, 2022, $6.99
La copertina di questo numero riporta enfaticamente i ritratti stilizzati dei volti dei 7 winemakers che hanno reso grande lo chardonnay della California, al pari dei volti di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abramo Lincoln sul Monte Rushmore. Gli altri titoli sono riportati a caratteri più piccoli sotto un significativo PLUS a sottolineare la loro accessorietà: mete di viaggio nella Napa Valley, gli astici sulle tavole del New England ,I cocktails dell’estate.
Ovviamente ci sono poi tutte le numerose rubriche e gli articoli brevi di GrapeVine e la Guida finale agli acquisti con le consuete centinaia di assaggi di vini di tutto il mondo. E le pagine dei columnist: Bruce Sanderson sull’annata 2012 del Barolo (“ A Year of Extremes, Revisited”) e Alison Napjus sulla Valle del Douro e i vini portoghesi.
Vediamo chi sono i magici 7 grandi artefici dello chardonnay californiamo: Mark Aubert, ovvero l’Architetto, Richard Graff, il Visionario, Paul Hobbs, Colui che detta le mode, Steve Kistler, l’Artigiano, John Kongsgaard il Compositore, David Ramey, il Professore, Helen Turley-unica donna del Gruppo- la Perfezionista. Di ciascuno, nel corso di un breve incontro-intervista (é MaryAnn Worobiec l’autrice del servizio), le note biografiche principali della loro vita, le opinioni sul modo di fare vino e una cuvée emblematica da essi prodotta nel corso della loro carriera. Quali sono? L’Aubert Chardonay Sonoma Coast Lauren 2014, lo Chalone Chardonnay California 1974 di Graff (terza nello storico blind tasting dei vini bianchi Francia- California del 1976), il Paul Hobbs Chardonnay Sonoma Mountain Richard Denner Vineyard 1991, il Kistler Chardonnay Sonoma Valley Kistler Vineyard 1992, il Kongsgaard Chardonnay Napa Valley The Judge 2013, il Ramey Chardonnay Russian River Valley Westside Farms 2014 e il Marcassin Chardonnay Sonoma Coast Marcassin Vineyard 1996.
A seguire sono due articoli che potremmo definire “satellite”: un ritratto di Kendall-Jackson (“Chardonnay for the People”), per il ruolo propulsivo svolto da questa Winery della popolarità dello chardonnay californiano, con una scheda delle sue più recenti releases, e un servizio sulle nuove star dello Chardonnay dello stato (“The Talent show”). E’ molto positiva, nonostante gli eventi avversi della siccità e degli incendi, la striscia delle ultime annate, dalla 2014 alla 2020, con le punte di diamante dell’annata 2019 a Carneros, e delle annate 2018 e 2019 a Sonoma, con medie rispettivamente di 95 e 96/100. Meno brillanti invece 2015 e 2016, che non hanno superato I 90 punti in nessuna delle quattro grandi aree dello chardonnay californiano.
Il Dossier dedicato allo chardonnay della California si conclude, come al solito, con le cuvée “raccomandate”. Cuvée Top é lo Chardonnay Napa Valley The Judge 2019 di Kongsgaard (97/100). Un punto al di sotto sono lo Chardonnay di Sonoma Coast Fey Road Vineyard di Ferren, il Napa Valley Hyde Vineyard di HDV,e il Sonoma Valley Durrell Vineyard di Kistler, tutti della stessa annata.
Solo un accenno, prima di chiudere questo resoconto, sulle cantine e I ristoranti inaugurati recentemente nella Napa Valley suggeriti da WS per conoscere meglio l’evoluzione dei vini e del cibo della regione. La rivista cita una ventina di di indirizzi considerati di alta qualità: tra le wineries diverse offrono degustazioni, generalmente per cifre tra I 100 e I 200 dollari. Attenzione: Heitz Cellars, a St. Helena, per l’assaggio di quattro vini, una selezione di charcuterie e un’escursione tra le vigne, può arrivare a chiedervene 1.000. Cheers!