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Il contestatissimo progetto dell’INAO , l’Ente francese che disciplina le denominazioni dei vini, che tanto ha allarmato i vignerons borgognoni, spingendoli a una protesta che, pur senza violenze, è apparsa ricordare quella che ha accompagnato la temuta riforma delle pensioni, è stato ritirato, e tanto basta a tranquillizzare gli animi, anche se non del tutto. Ma di che si è trattato? L’informazione al riguardo da parte del consumatore italiano è molto scarsa. Per la maggior parte degli appassionati la Borgogna è costituita dalla sola Côte d’Or, nella quale si trovano le appellations e i crus più prestigiosi, al più affiancando ad essa lo Chablis Grand Cru: nel loro immaginario la Borgogna è Chambertin, La Tache, Clos de Vougeot.
Leggi tutto: Questa è una mela? La strana guerra tra la Borgogna e il Beaujolais
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Prendo lo spunto da un Clos des Mouches rouge del 2015 riassaggiato in occasione della presentazione del bel libro di Armando Castagno sulla Côte d’Or (non fatevelo sfuggire!) per fare alcune considerazioni sulle grandi Maison de négoce della Borgogna.
Mi sembra infatti che talvolta si dimentichi il ruolo fondamentale da esse svolto nella storia del vino borgognone, oltre che la qualità indiscutibile dei loro prodotti, specialmente quando si parla dei loro “fleurons”, come appunto il Clos des Mouches di Joseph Drouhin o il Vigne de l’Enfant Jésus di Bouchard Père et Fils.
Leggi tutto: E' davvero finita l'epoca delle grandi Maison de négoce in Borgogna?
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Non ho mai amato troppo i punteggi (in ventesimi o centesimi che siano) assegnati ai vini, pur comprendendo le motivazioni che sono alla loro base, ma certo quando si rileva uno scarto di 25 punti tra le valutazioni di due critici di reputazione internazionale, mi vengono diversi dubbi: o la bottiglia di uno dei due esperti era difettosa (e in quel caso sarebbe meglio non valutarla), oppure ci troviamo di fronte ad una presa di posizione “ideologica”, per la quale uno dei due esperti premia e/o l’altro punisce un vino al di là dei suoi effettivi meriti o demeriti perché apprezza o diversamente non condivide la filosofia produttiva che è alla sua origine.
Leggi tutto: Valutare i vini: quanto pesano le filosofie produttive?
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Dal 1953 , tutti gli anni, le Università di Oxford e Cambridge (nella foto accanto, l'ingresso della prestigiosa Biblioteca intestata a Samuel Pepys, lo "scopritore" dello Château Haut-Brion),con la sponsorizzazione della nota Maison di Champagne Pol Roger, danno vita al Varsity Blind Wine Tasting Match tra i rispettivi club enologici.
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Bella idea, quella dei Vignerons indépendants francesi. L’associazione, che riunisce circa 7.000 vignaioli aderenti e produce quasi il 55% del vino prodotto in Francia, nata 35 anni fa, ora tenta la via della vendita diretta sul Web dei suoi prodotti (www.vigneron-independant.com). Oggi la vendita di vino a mezzo Web , in Francia,corrisponde ad appena il 6% , ma si prevede un’espansione molto rapida, che porterà le vendite via Web al 20% nell’arco di cinque anni.
Leggi tutto: Vignaioli indipendenti sul Web: quando impareremo anche noi a proporci "insieme"?
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