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Conoscete i Vinhos verdes portoghesi? Se pensate che si chiamino così perché si tratta di vini bianchi dai riflessi verdolini, sappiate che ce ne sono anche di rossi: anzi mezzo secolo fa erano in maggioranza rossi. In realtà il nome deriva, oltre che dalla regione da cui principalmente provengono, la cosiddetta Costa Verde (la linea costiera a nord di Oporto), dal fatto che si tratta di vini che vengono preferibilmente apprezzati nella loro giovinezza, in contrapposizione ai “vinhos maduros”, che invece richiedono un periodo più o meno lungo di invecchiamento.
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I vini a base di uva schiava (vernatsh) , si sa, mi piacciono molto. Freschi, profumati e leggeri, puoi berne con tranquillità, senza appesantirti troppo di alcol. Ma non si pensi che siano vini banali, da considerare come alternativa alla Coca-cola, da consumare giovanissimi su un panino o uno spuntino veloce a base di speck dell’Alto Adige. La schiava (o, come già sanno i lettori di Worldwineweb, “le” schiave, in quanto ce ne sono diverse varietà, a partire da quella che preferisco, la grigia, o graüvernatsch) è un vitigno tutt’altro che poco interessante, specie nelle sue migliori espressioni, che hanno complessità e insospettabile resistenza all’invecchiamento.
Leggi tutto: Che bella schiava che hai: Sonntaler Alte Reben 2020
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Ho conosciuto casualmente Mila Vuolo una decina di anni fa a una allegra cena estiva organizzata da una mia cugina “romana” (cilentana di origine, ma da lunghissimo tempo trapiantata a Roma). Allora avevo già sentito parlare dei suoi vini, ma non avevo mai avuto occasione di assaggiarli. Parlando con lei, mi ripromisi di rispondere al più presto al suo cortese invito a visitare la sua azienda: avrei approfittato di quell’occasione per fare un giro in quell’area collinare che sovrasta Salerno in prossimità dei Monti Piacentini e visitare anche altre giovani aziende che cominciavano a popolare un territorio fino ad allora sonnacchioso rispetto alle altre zone classiche della Campania vitivinicole: da Montevetrano a Tiziana Marino e Luna Rossa .
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E’ fresco, croccante, piacevolmente fruttato (vi senti la pesca bianca e gli agrumi), con una netta impronta salmastra. Non è quel che si dice un “grande” vino e costa poco più di cinque euro, ma vale la pena di assaggiarlo almeno una volta, perché questo vino proviene da un territorio unico, quello delle Sables de Camargue.
Si tratta del Dune Gris de Gris 2020 della Cave Coopérative des Sablons di Aigues-Mortes, nel Gard, Languedoc.
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E’ il mio vino dell’estate: ovviamente non l’unico, ma quello che bevo più spesso e volentieri quando faccio ritorno, in estate, al mio paesello, in Cilento.
A pochi metri dal mare, sotto l’alito leggero della brezza mattutina, davanti a un piatto di alici m’buttunate , non potrei immaginare nulla di più piacevole e rilassante.
Magari, a trovarla, una bottiglia dell’anno prima, che ha avuto il tempo di assorbire il trauma dell’imbottigliamento e di affinarsi, ma va bene così. Il Kratos di Luigi Maffini non è certo solo un vino estivo, anzi… Ora che l’estate è finita e la stagione calda è finita, è ancora più piacevole nella sua giovanile armonia.
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